sabato 28 aprile 2012

Vi segnaliamo un evento al quale collabora anche la nostra UTE.
Siamo lieti di invitarVi alla conferenza stampa di presentazione 
del Concorso pianistico internazionale del Friuli Venezia Giulia


sabato 28 aprile 2012 alle ore 11 a Sacile
nella Sala del Ballatoio di Palazzo Ragazzoni
Presentazione a cura di:
Danilo Tassan Mazzocco, Presidente Istituto di Musica della Pedemontana
Davide Fregona, Direttore Concorso Pianistico FVG
Francesco Tizianel, Direttore Istituto di Musica della Pedemontana

con gli interventi di:
Roberto Ceraolo, Sindaco della Città di Sacile
Carlo Spagnol, Assessore alla Cultura
Alessandro Ciriani, Presidente della Provincia di Pordenone
Nicola Callegari, Assessore alla Cultura
Paolo Fazioli, Fazioli Pianoforti
Paolo Musolla, Vicepresidente Fondazione CRUP
Pietro Roman, Presidente BCC Pordenonese
Dory Deriu Frasson, delegata regionale FVG Mitteleuropa Orchestra

conclusioni di:
Elio De Anna, Assessore regionale alla Cultura
_____________________

al termine dell'incontro, seguirà l'inaugurazione della mostra

FAZIOLI: quando la musica nasce da un sogno

negli spazi dell'ex-chiesa di San Gregorio

Mostra Fazioli Pianoforti:
dal 28 aprile al 13 maggio ingresso libero
feriali ore 16.30-19.30
sabato e festivi ore 10.30-12.30 / 16.30-19.30

Incontro con Lya De Barberiis:
ore 17 ingresso libero
a seguire, visita guidata alla mostra Fazioli
info: sede Ute Sacile c/o ex-Pretura, Borgo San Gregorio
tel. 0434 72226


giovedì 19 aprile 2012

Geografia - Resoconto di un viaggio in camper: la Turchia

Con la descrizione del loro lungo viaggio in Turchia, fatto dai nostri amici Silvano Vuerich e Attilia Dotta, si è concluso il ciclo dedicato alla geografia, e con esso anche i corsi generali.





Ringraziamo di cuore i nostri amici, con i quali abbiamo piacevolmente viaggiato per alcune ore grazie alle descrizioni accompagnate da splendidi immagini, e li attendiamo per parlarci ancora delle loro altre avventure in giro per il mondo. 


            Per ingrandire, cliccare sulle foto
Riceviamo e pubblichiamo questa mail della nostra amica Maria Bortoluzzi

Le fontane di Dubai
Per vedere il video cliccate qui
...  e anche quest'anno siamo arrivati al termine dei corsi generali, molto interessanti e ben centrati come argomenti. Arrivederci a tutti a ottobre ...e nel frattempo godetevi questo breve video, accompagnato dal nostro Pavarotti.
Questo spettacolo faceva parte di quella incredibile lista di celebrazioni a Dubai per l'inaugurazione del più alto grattacielo al mondo, circa un anno fa.
                                        Maria Bortoluzzi
                                                                           

mercoledì 18 aprile 2012

RASSEGNA DI PITTURA per le UTE del Friuli Venezia Giulia.
4a Edizione organizzata dallUniversitá della Terza Etá di Lignano Sabbiadoro.

 Possono partecipare al concorso tutti gli iscritti alle UTE del Friuli Venezia-Giulia.
 La cerimonia di premiazione si terrà sabato 21 aprile 2012 alle ore 17.00 presso la Terrazza a Mare di Lignano Sabbiadoro sita in Lungomare Trieste alla presenza di autorità e concorrenti.

Al concorso hanno inviato le loro opere alcuni allievi del corso di pittura della nostra UTE.
Restiamo in attesa di conoscere l’esito del concorso, e pubblicheremo le foto dei lavori inviati. Auguri a tutti i partecipanti.

martedì 17 aprile 2012

VISITA ALL'ARCHIVIO VENEZIANO DI ELEONORA DUSE



Sabato 14 aprile vi è stata la visita alla fondazione Cini a Venezia, organizzata in collaborazione con il Piccolo Teatro di Sacile.

L'amico Silvano ha scattato parecchie foto, ne pubblichiamo qui solo alcune come assaggio, per vederle tutte potete andare nel Nostro Album Fotografico, cliccando sull'icona della colonna a destra, oppure QUI 






Come al solito, 
per ingrandire cliccare sulle foto

domenica 15 aprile 2012

Le Palacinche

Le palacinche o palacsinte, come diceva la mia amica Viviana, che aveva il padre ungherese e quindi le chiamava con il nome usato in Ungheria, sono uno dei dolci maggiormente presenti sulla tavola della mia infanzia. 
Mia madre le preparava all’ultimo minuto (vanno servite calde o almeno tiepide) ed io ne mangiavo già un paio prima di pranzo o di cena, senza aspettare il ripieno, la pura  crèpe appena fritta. 
Mamma le faceva classiche, ripiene di marmellata, oppure con la ricotta, con mele cotte e noci, con o senza uva passa. 
Una spolveratina di zucchero a velo e voilà, il piatto era servito. Il segreto della preparazione consiste nel friggerle molto sottili e mamma, in questo, era maestra.
Un tipico samovar
Tutto questo è affiorato alla mia mente qualche tempo fa, quando sono andata a trovare un mio carissimo amico che risiede anche lui a Sacile. Appena entrata in cucina il mio sguardo è stato catturato da un bel piatto di palacinche. Lui le aveva fatte fare alla badante russa appositamente per me (e per lui) perché, proveniendo noi da zone contermini (io da Trieste e lui dall’Istria), dove la cucina  mitteleuropea la fa da padrona, era sicuro di farmi cosa gradita. 
La signora russa, poi, non aveva avuto alcun bisogno di istruzioni per prepararle, visto che il piatto è noto anche in quel paese. 
Le palacinche furono servite con il thè (thè russoruskj cajprecisò la badante) e questo mi fece riandare ancora alla mia infanzia, in quanto mia madre, mia nonna e mie zie così chiamavano il thè classico. Immagino che ci sia un motivo dietro a  questa  denominazione, ancora in uso oggigiorno a Trieste da parte delle persone più anziane. Tento un’ipotesi: poiché la pianta del thè non è coltivata in Russia, ma i russi sono forti consumatori di thè, che preparano utilizzando l’acqua calda del samovar, utensile usato anche nei paesi slavi, presumo che per thè russo si intenda una bevanda molto concentrata  preparata secondo i dettami  della cultura russa.


E così un bel piatto di palacinche ed una tazza di thè hanno unito idealmente Italia, Slovenia, Croazia, passando per l’Ungheria e su su fino a Mosca e dintorni,  allargando l’area Schengen senza bisogno di abbattere frontiere.      
                                                           Lucia Accerboni                                                                                     

martedì 10 aprile 2012

APERTE LE ISCRIZIONI ALLA VISITA DELL'ARCHIVIO VENEZIANO DI ELEONORA DUSE
sabato 14 aprile l'uscita in gruppo alla Fondazione Cini, organizzata in sinergia con l'Ute di Sacile e AltoLivenza

  
In conclusione del programma di eventi legato alla rassegna teatrale “Scenario”, è finalmente disponibile l'atteso programma della visita guidata alla Fondazione Cini di Venezia, dove da qualche mese è stato aperto al pubblico un ambiente dedicato all'archivio di Eleonora Duse. L'uscita in laguna, programmata per sabato 14 aprile, è promossa dal Piccolo Teatro Città di Sacile insieme all'Ute di Sacile e AltoLivenza, come ideale conclusione del percorso di formazione e cultura teatrale in corso presso la sede Ute con le lezioni tenute dalla Presidente del Piccolo Teatro, Chiara Mutton, sul tema del teatro in musica, attraverso una cavalcata tra testi ed autori proposti nelle loro fortunate riletture in forma di prosa, lirica, danza, musica.
La visita alla Fondazione Cini prende dunque spunto dall'allestimento di un nuovo spazio, promosso dal Centro studi per la ricerca documentale sul teatro e il melodramma europeo, che garantisce la possibilità di esporre una parte dei documenti conservati nel ricco Archivio dedicato alla “Divina”, quali autografi, lettere, copioni, documenti di compagnia, oltre a fotografie originali, oggetti personali, abiti e una parte del mobilio che arredava il suo “rifugio” veneziano presso Palazzo Barbaro Wolkoff sul Canal Grande. 
Oltre al fondo di Eleonora Duse, aperto in quella giornata in esclusiva per il gruppo sacilese, la visita comprenderà l'itinerario guidato all'interno della Fondazione, alla scoperta dei suoi importanti tesori d'arte e storia: dai mirabili chiostri del Cinquecento allo scalone e biblioteca del Longhena, passando per il favoloso cenacolo Palladiano, che riaprirà proprio ad aprile dopo un anno di restauri, per finire nell'immaginifico giardino-labirinto dedicato allo scrittore Jorge Luis Borges.

Informazioni ed iscrizioni entro martedì 10 aprile presso i recapiti Ute: 
tel. 0434 72226, mail: utesacile@uniterzaeta.191.it
Info ed approfondimenti sul web: www.piccoloteatro-sacile.org

lunedì 9 aprile 2012

Geografia - Anteprima di un viaggio in camper: la Turchia

Istambul
 Sono ritornati, dopo una lunga tournée, i nostri amici Silvano Vuerich e la moglie Attilia.
Martedì 17 e giovedì 19 aprile ci racconteranno il loro viaggio.
Pergamo
Intanto, ci hanno inviato, come antipasto, qualche foto che pubblichiamo con piacere.

- Martedì 17 aprile andremo da Istanbul ad Ankara, Hattusa, Trebisonda, agli altopiani dell’Anatolia fino all'antica capitale dell’Armenia ANI, al monte Ararat, al Lago di Van, al Nemrut Dagi e alla Cappadocia.


Pamukkale
Nemrut Dagi
- Giovedì 19 aprile
da Konya a Pamukkale, alle città dell’Egeo: Efeso, Mileto, Pergamo e Troia.

    Per ingrandire le foto, 
              cliccare sulle stesse

domenica 8 aprile 2012

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE - quarta parte

Afghanistan: qui viene immediatamente in mente l'immagine della donna coperta dal Burqa.
Però, nelle aree più remote e inaccessibili del paese, è ancora in vigore un'usanza tremenda. Nelle famiglie dove ci sono solo figlie, ne viene scelta una e la si costringe, fin da piccola, a comportarsi da maschio: a scuola va senza velo anzi vestita da bambino, le vengono insegnate le arti della caccia e altro, cioè attività maschili. Così questa povera bambina  rimane segnata per la vita: nessuno la vorrà sposare e quindi finirà  male i suoi giorni, magari facendo la prostituta.

In Nepal, nel mondo Induistac'è poi la figura della Kumari Devi, la dea bambina.

La Kumari Devi, la dea bambina
Viene scelta piccolissima fra una rosa di candidate ed è quella che riesce a superare – nel corso di alcuni giorni – delle prove molto dure, non tanto fisiche quanto di coraggio, perché vengono sottoposte a delle vere e proprie "sessioni" di terrore. 
La Kumari Devi viene quindi allontanata dalla sua famiglia e relegata nel tempio dove viene onorata e addobbata di tutto punto; ogni tanto appare al balcone o portata in processione ma, ad ogni modo, vive completamente isolata. 
Sono negli ultimi anni, a seguito di proteste da varie parti, alla Kumari Devi viene impartita un’educazione. Questa vita di sacrificio continua fino alla sua pubertà, quando per un'altra bambina inizierà lo stesso calvario, e lei ritornerà in seno alla sua famiglia, la quale riceverà una specie di ricompensa per aver ceduto la figlia. 
Secondo la credenza popolare una ex Kumari Devi porta sfortuna e quindi difficilmente riesce a trovare marito, e visto le condizioni di estrema povertà del paese, anche nel campo  del lavoro le sue prospettive sono tutt’altro che rosee.

Nel corso del mio viaggio in Nepal, nei primi anni '80, ho avuto modo di scorgere la Kumari Devi dell'epoca mentre veniva "esposta" all'interno del suo tempio a Katmandhu. 
A pensarci ora, è stata un'esperienza un po' surreale: noi, gruppo di turisti nel cortile del tempio, in attesa che la dea-bambina si affacciasse al balcone. Dopo vari falsi allarmi -  “eccola  che arriva”,  “no, non ancora” -, abbiamo visto questa bambina riccamente vestita e truccata: è rimasta lì, al balcone, sola, immobile e silenziosa mentre veniva fotografata da tutti noi: sinceramente all'epoca sapevo poco, anzi niente, di questa figura, e l'ho guardata con curiosità e nient'altro.
Dopo aver appreso quelle poche notizie sulla cruda realtà della vita di una Kumari Devi, beh non si può che provare tristezza, rabbia e anche un senso di impotenza, perché anche qui, purtroppo, la tradizione gioca tuttora un ruolo predominante.
                                                                                                ...continua             Maria Bortoluzzi

sabato 7 aprile 2012

Pensieri in libertà

Ebbene sì, lo confesso: sono una grafomane, ma è tutta colpa dell’atelier di scrittura di Marta Roghi che ci invita a dare sfogo alla nostra fantasia. Finalmente piove ed io mi sono ricordata di una poesia di Federico Ronconi che voglio condividere con i lettori del blog, traendone alcuni versi:

Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove sulle piante
riarse
del giardino
del mio vicino,
piove sull’erba del prato
che domani sarà ancora bagnato,
piove sui cespugli di rose
dove nascondi le tue cose,
piove sulla ciotola
del latte
che ogni gocciola ribatte,
piove sui tuoi pensieri
leggeri….

A Paolo Bravin, fine umorista (qualità rara di questi tempi) dedico una poesia sui gatti (se non lo avete ancora capito sono una gattofila e convivo felicemente con tre mici) scritta dal poeta inglese Roger McGough e tradotta liberamente e molto bene in italiano, della quale Paolo, sono sicura, apprezzerà il fine humour. Per chi non lo ricordasse, il gattò  (dal francese gâteau , gatteau nella poesia per ragioni di rima) è un tipico piatto napoletano a base di patate. 

Gatto servizievole
Conosco un gatto
di Grottammare,
cucina, cuce
e sa rammendare.

 Gâteau con patate
E’ molto richiesto
alla tivù
per il gatteau
e il ti-ratti-su.

                                                                         Lucia Accerboni

venerdì 6 aprile 2012

Corso di Geografia


Secondo incontro con il sig. Vincenzo Quartana, esperto viaggiatore, che questa volta ci ha fatto passeggiare per due ore nella città di Amsterdam, la vivace capitale dell’Olanda, detta anche la Venezia del Nord.
Un piacevole percorso tra ponti, canali, quartieri, musei, mulini a vento, campi di tulipani.
Alla fine, tutti concordi nel dire che, con una guida così, il viaggio è perfettamente riuscito.
Grazie al sig. Quartana, e speriamo di rivederci ancora.

 I prossimi due incontri, martedì 17 e giovedì 19 aprile, non sono assolutamente da perdere.
Ci saranno due nostri amici, appena ritornati dal loro viaggio in giro per il mondo, che verranno ad illustrarci la loro esperienza.
Nei prossimi post vi anticiperemo maggiori dettagli, seguiteci.

giovedì 5 aprile 2012

Abbiamo ricevuto gli auguri per la Pasqua dalla nostra amica Maria Bortoluzzi, che ci ha indicato due interessanti video, uno sulla celebrazione di questa festività in giro per il mondo, e l'altro con dei canti greco-ortodossi eseguiti nelle chiese russe.
Questo il messaggio ricevuto, che pubblichiamo con piacere:

A tutti voi, amici dell’UTE, e alle vostre famiglie, auguri per una felice e serena Pasqua.
E spero vi piaceranno questi video. 
A presto
Maria Bortoluzzi

     Easter Celebrations 

      Around The World

   Russian Orthodox monks 

   singing in the Kremlin

  




Per vedere i filmati cliccate sulle rispettive didascalie

mercoledì 4 aprile 2012

Corso di Geografia

Vincenzo Quartana
Il corso generale di Geografia si è aperto martedi 3 aprile con l’intervento di un gradito ospite, che abbiamo già avuto occasione di avere con noi qualche tempo fa: il signor Vincenzo Quartana, appassionato viaggiatore, che ci ha virtualmente trasportati a Lisbona.
Argomento quanto mai appropriato, in vista della prossima gita dell’UTE in questa città.
Dopo una breve panoramica sul Portogallo, terra di fascino e di storia, attraverso immagini e racconti ci siamo addentrati nell'atmosfera della capitale portoghese e nei suoi caratteristici quartieri.
Abbiamo ascoltato descrizioni e visto immagini del fiume Tago, del Castello di San Jorge, della Cattedrale Romanica, e anche dei suoi tram sferraglianti. E poi il monastero dei Jerònimos, la chiesa di S.Antonio da Padova, che nacque a Lisbona, la Torre di Belém, vicina alla località da dove salpò Vasco de Gama alla ricerca della via delle Indie.


Ringraziamo il signor Quartana, che ritroveremo anche giovedì prossimo nella nostra sede, per parlarci di Amsterdam.


La torre Belém

La Cattedrale






Il ponte 25 Aprile







    La gita a Lisbona è prevista dal 16 al 19 maggio.
                    Maggiori informazioni presso la sede UTE.

lunedì 2 aprile 2012

Pasqua

Ho sempre amato la Pasqua più del Natale, perché per me significa la primavera ed è una festa “colorata”. 
Adoro vedere nelle vetrine le uova di cioccolato avvolte in carte dai mille colori, gli ovetti che spuntano dai cestini di vimini in mezzo alla finta paglia gialla e ai fiorellini di carta  rossi e blu, i pulcini e i conigli di peluche abbracciati a piccole uova semplicemente avvolte in carta stagnola, destinate, come le altre, ad essere aperte da mani frettolose e curiose di scoprire la sorpresa all'interno. Peccato non essere bambini adesso, con tutto questo bendiddio. Ma anche la nostalgia dell’infanzia è particolarmente forte in questo periodo, perché fa affiorare alla mia mente i preparativi che avvenivano a casa mia e che mia madre iniziava già i primi giorni della Settimana Santa. Si preparava il piatto di gelatina di carne che sarebbe stato consumato la mattina di Pasqua e che richiedeva una lavorazione piuttosto laboriosa e una cottura lunghissima del brodo, in cui si cuocevano carni miste con verdure e foglie di alloro.
Pinza
 Il Giovedì o il Venerdì Santo iniziava la preparazione della pinza, tipico dolce che si ritrova in tutta la provincia di Trieste, in Slovenia e in Istria. Richiede ben tre fasi di lievitazione e prima di infornarlo si pratica sulla superficie del panetto un taglio a croce, a simboleggiare il sacrificio di Cristo. Mia mamma preparava più pinze e una piccola solo per me, che io aiutavo ad impastare. Questo rìto mia mamma lo ha ripetuto anche con mia figlia che considera irrinunciabile la pinza a Pasqua. 
Per cucinare i vari panetti di pinza le donne triestine si rivolgevano allora alle panetterie e questo rappresentava per noi bambini un momento irripetibile. Si andava al forno e si aspettava in fila il proprio turno: il panettiere staccava dei numeri di carta: uno veniva messo sulle pinze e l’altro veniva dato a chi le aveva portate, in modo che poi si potesse ritirarle senza scambiare pinze di diversa provenienza. E poi non restava che aspettare. Le donne si sedevano sulle panchine della piazza a chiacchierare e noi bambini a giocare e il gioco si protraeva a lungo, alle volte anche fino a dopo mezzanotte, se le pinze di mia mamma venivano infornate dopo le dieci di sera. 
Andavo a letto che crollavo dal sonno, ma il giorno dopo mi aspettava la preparazione delle uova colorate. Mio padre a volte le dipingeva, ma normalmente erano rosse, gialle, blu, viola. Ne facevamo parecchie, perché poi venivano date anche ai miei cugini che, a loro volta, ci davano le loro. Dopo la colorazione si ungevano con un po’ d’olio d’oliva per lucidarle. Alla sera del Sabato Santo, uova e pinze venivano messe in un paniere rivestito da un tovagliolo di lino, pronte per essere portate il giorno di Pasqua in chiesa per essere benedette. 
A questo proposito apro una parentesi: la prima Pasqua passata a Sacile, nel lontano 1966, mi recai in Duomo e chiesi al primo sacerdote che trovai a che ora  veniva fatta la benedizione delle uova (non certo della pinza, che non è un dolce locale) e devo dire che lo vidi alquanto perplesso, non capendo a cosa mi riferissi. Gli spiegai l’usanza a cui ero abituata, ma mi disse che non la conosceva e anche volendo non mi avrebbe riservato una benedizione tutta per me. 
Benedizione delle uova
Ebbi una rivincita anni dopo, con Monsignor Ravignani vescovo di Vittorio Veneto, che, essendo di Pola e avendo passato parecchi anni nella mia parrocchia di Trieste, disse a don Piero, allora parroco, che pure lui rimpiangeva la benedizione delle uova e delle pinze che sua mamma, esattamente come la mia, portava in chiesa la mattina di Pasqua. 
La stessa usanza l’ho ritrovata in alcuni amici rumeni e nella badante di mia suocera, ucraina, segno che ci sono usi comuni nei paesi  della ex Mitteleuropa. 
Alcuni anni fa rivissi quell’emozione a Trieste, quando constatai che l’usanza della benedizione è ancora praticata, cosicché quella mattina mi recai in chiesa con il mio bel paniere, aspettando il mio turno per la benedizione. 
Presnitz - visto dall'interno
La pinza veniva mangiata la mattina di Pasqua assieme a del prosciutto cotto (quello famoso di Trieste, tipo Praga) e alla gelatina. Il dolce tipico pasquale era ed è tuttora il presnitz, a forma di corona (a simboleggiare la corona di spine del Cristo), fatto di pasta sfoglia e ripieno di noci tritate, pinoli, uvetta, frutta secca, canditi, cioccolato. Questo però mia mamma lo comperava, perché lo riteneva un po’ troppo laborioso da fare in casa.
Presnitz. - visto dall'esterno
Non c’è stata Pasqua in casa mia, a Sacile, dove non fossero presenti la pinza e il presnitz; la gelatina no, perché non è molto gradita né da mio marito né da mia figlia. Ritengo che le tradizioni vadano mantenute e tramandate, perché rappresentano un ricordo del nostro passato, un legane con il presente e una continuazione ideale con il futuro.    Buona Pasqua a tutti.
                                                                    Lucia Accerboni