giovedì 31 maggio 2012

Festa di fine Anno Accademico

Riceviamo dalla Direttrice dell’UTE la seguente mail, che pubblichiamo volentieri, ringraziando per quanto scritto.

Caro Paolo,
bellissime le foto della chiusura dell'anno accademico che hai inserito nel blog, che sempre più sta diventando un'importante fonte di informazione per i nostri soci e non.
Essendo oramai "l'organo ufficiale dell'UTE" ti chiederei di inserire il cappello istituzionale che trovi in allegato, che cita le autorità presenti.
Grazie per la continua collaborazione, 
a presto.
Cristina Trinco

Lunedì 28 maggio si è tenuta presso l’ex Chiesa di San Gregorio la festa di chiusura dell’anno accademico 2011-12 dell’UTE di Sacile e dell’Altolivenza alla presenza di Istituzioni e direttivo della nostra Università.

Sono infatti intervenuti il sindaco di Sacile Roberto Ceraolo, il vice sindaco Claudio Salvador, l’assessore Cultura, Scuola e Politiche Giovanili Carlo Spagnol, l’assessore all’istruzione, Politiche Sociali, Associazioni del Volontariato del Comune di Caneva Claudio Cusin, che unanimemente hanno sottolineato i risultati che l’attività dell’UTE consegue in termini di cultura e importante ricaduta sociale.
La nostra presidente Marta Roghi ha salutato i presenti riepilogando le attività svolte, ringraziando i numerosi volontari che hanno permesso di seguire le molteplici collaborazioni intessute in questi mesi – dalla mostra sull’attività di Emergency a quella nell’ambito del Concorso internazionale Sacile Piano FVG dedicata ai 30 anni di attività della Fazioli Pianoforti - senza dimenticare la determinazione che ha permesso, nonostante i tagli economici, di continuare con la pubblicazione del giornalino La Voce dell’UTE. 
La direttrice Cristina Trinco ha ricordato l’importanza di un valore quale il garbo, vera cifra della nostra UTE che caratterizza tanto i corsi che i rapporti tra i soci, innescando il prezioso circolo virtuoso che si mobilità in ogni occasione di  bisogno, non ultimo l’allestimento della mostra dei lavori prodotti nei numerosi laboratori che hanno impegnato sia la sede di Sacile che quella di Caneva, frutto della collaborazione tra le due amministrazioni. 
Novità di questo anno è stato lo sguardo sul futuro che anticipa alcune proposte dell’offerta formativa del prossimo anno accademico: è stato chiesto infatti ai docenti di esibire i manufatti al centro dei laboratori che andranno a comporre il programma di corsi per il 2012-13.

Elena Turrin, della ditta Fazioli, ha inoltre consegnato i cadeaux che la Fazioli ha preparato per i volontari, coordinati dalla segreteria UTE e con il prezioso aiuto della Filarmonica di Sacile, che hanno permesso l’apertura dell’importante e apprezzata mostra dedicata ai trent’anni di attività della Fazioli Pianoforti citata.

Una cerimonia ricca quanto l’anno concluso e quanto quello in arrivo.

mercoledì 30 maggio 2012

Festa di fine Anno Accademico




Anche quest'anno siamo giunti al termine.
Vi regaliamo alcune foto, scattate durante la cerimonia di chiusura, dal nostro amico, nonché VicePresidente, nonché Alpino, nonché valido e insostituibile collaboratore
Adriano Toffolon.
Altre foto le trovate nel nostro album fotografico, che potete aprire cliccando QUI.
Ci rivediamo a scuola in autunno, comunque nel blog continueremo a pubblicare anche durante le vacanze, perciò continuate a seguirci.








Per ingrandire cliccate sulle foto

















































Per ritirare gli attestati di frequenza all'anno accademico appena trascorso, potete rivolgervi in segreteria UTE dal lunedì al giovedì dalle 15.00 alle 18.00.


venerdì 18 maggio 2012

 I tre Santi de iazo (I tre Santi di ghiaccio)

Ci eravamo illusi che l’estate fosse scoppiata in anticipo ed invece sono arrivati, puntuali, i tre Santi de iazo,come vengono chiamati a Trieste. Servazio, Pancrazio e Bonifazio si presentano, nell’ordine, tra il 12 e il 14 maggio, portando con sé brutto tempo, calo della temperatura e, talvolta, anche neve. Non sbagliano mai e lo sanno bene i triestini che, molto li temono, perché  normalmente interferiscono con giornate di bel tempo, di sole già quasi estivo che li invoglia ad andare al mare, per poi ripiombare in un clima tardo-autunnale con bora forte. Mia mamma non portava mai in tintoria i cappotti prima che fossero passati i suddetti Santi e lo stesso faccio io,  ligia agli insegnamenti  materni. A mio marito, che ogni tanto guarda con sospetto queste mie tradizioni, ho ricordato proprio in questi giorni di brutto tempo come anche a casa sua, dove si allevavano i bachi da seta, nei giorni dei “Santi de iazo” bisognava far fuoco per tenere al caldo i bruchi, i cosiddetti “cavalier”, bisognosi di tepore. Le tradizioni popolari hanno sempre un fondamento e raramente sbagliano. Noi ci illudiamo che in questa nostra era tecnologica tutto si possa controllare e prevedere, per poi scoprire che basta un nulla per sparigliare le carte. Agli affezionati lettori del blog dedico questa poesia in dialetto triestino, scritta da un poeta di nome Argimiro Savini e dedicata ai tre Santi che in questi giorni ci hanno fatto tirar fuori dall’armadio felpe e maglioni.
                                                                                                                             Lucia Accerboni

Credevimo finì 'sto bruto inverno!
Inveze qua xe ancora un tochetin!
Fa un fredo can, che guai se 'l fussi eterno.
Ma intanto consolemose un fiatin;
xe el solito tran-tran de ogni ano:
co par che de l'inverno semo fora,
fra copa e colo, senza far gran dano,
tre giorni vien con fredo, piova e bora!
Se iera za vestidi più legeri:
capoti al monte, o messi in naftalina!
A ciapar sol se 'ndava volentieri,
sui monti atorno o pur zo per marina!
De novo roba greve ficar suso,
se no xe pronto, pronto un rafredor!
E quanti in giro za che storzi el muso
 perchè no i spuza ancora de sudor!
No xe po' in fin de far 'ssai meravee
el calendario parla s'ceto e neto!
Vardè le date ve s'ciarirè le idee:
ve accorzarè che 'l xe propio perfeto!
Xe quei tre santi che no fala mai:
San Pancrazio, Servazio e Bonifazio!
Xe colpa lori tre de ‘sto zavai:
I vol che per sudar paghemo el dazio.


mercoledì 16 maggio 2012

La Speranza

Non ti voltare.
Non ricordare.
Qui, ora,
solo candide vele
sulla bianca schiuma,
sulla linea del mare.

Vaghe immagini
di  più vasti orizzonti:
giovanili slanci
verso un domani
di sogni sognati…
di desideri realizzati.

Non parole
che sanno di sale
non anomale onde
che ci travolgono
e  lasciano in noi
un senso di vuoto e di male.

Sull’umida sabbia
del lungo litorale
le nostre orme,
intrecciandosi,
sembrano unite per sempre
quasi immortali.

I fatti attuali,
anche se gravi,
risucchiati e confusi
dalla musica del mare,
ci sembrano lontani,
quasi “irreali”…

Ci si può ancora
tenere per mano.
Sapere che ci siamo.
Pensare al futuro,
credere nella vita
e andare lontano.

Titti
Sacile, 5 maggio 2012